Vita in trincea: Nel 1914 la Prima Guerra Mondiale fu una guerra di trincea.
I soldati per proteggersi dai nemici inventarono le trincee, scavate nel terreno, prestando servizio e combattendo dentro campi trincerati che percorrevano le linee del fronte in Europa.
Sul fronte italiano le linee trincerate si dividevano in due tipi:
- le linee trincerate a ridosso della linea nemica
- le linee trincerate più complesse dotate di sistemi logistici e difensivi.
I soldati dovevano affrontare dei momenti durissimi in prima linea, in strutture più o meno provvisorie, con il costante terrore di essere prime o poi colpiti da qualche cecchino o dal ricevere l’ordine di prepararsi all’assalto e per questo motivo si utilizzava il periscopio. I problemi erano numerosi anche quando le armi non venivano usate, come le malattie da trincea che erano causate dall’assenza di riparo e da cibo mal conservato e le condizioni igieniche erano pessime.
Nelle trincee si ci annoiava molto e i soldati una volta terminato il proprio dovere, dormivano appena avevano la possibilità.
I soldati sul fronte erano molto lontani da casa e scrivevano diari e lettere per testimoniare le proprie esperienze.
I campi trincerati erano costituiti da buche o fossati profondi, per permettere ai soldati di sparare in posizione eretta.
Queste postazioni essendo troppo vicine al nemico venivano fortificate alla meglio e comunque erano sacrificabili in caso di pericolo ed erano protette da reticolati e muretti costruiti con pietre.
La trincea era difesa da linee di filo spinato, alte circa 1 metro, con l’aggiunta di mine e di lacci giapponesi.
Le linee trincerate erano collegate fra loro da passaggi o camminamenti che potevano essere interrati (profondi circa 2 metri) o nascosti dietro palizzate di legno e terriccio.
Per rendere più difficile al nemico l’individuazione di movimenti di truppe si adottarono le prime reti mimetiche che altro non erano che reti metalliche ricoperte dalla vegetazione.
Nel 1915 all’età di 27 anni, Ungaretti decise di arruolarsi come volontario alla prima guerra mondiale, e appena arrivato sul fronte del L’Isonzo, inizia a scrivere la sua vita in trincea, componendo delle poesie con poche ma significative parole.
Il 29 giugno del 1916 durante la notte, scesero dal cielo gas velenosi ed è la prima volta che vennero utilizzati sul fronte italiano, morirono tante persone nel sonno, ma fortunatamente Ungaretti non si trovava lì perché il suo reggimento era stato trasferito nelle retrovie per riposo, e proprio quel giorno Ungaretti scrisse una poesia : “ chiuso fra cose mortali anche il cielo stellato finirà perché bromo Dio!! “ che si verificò appunto durante la notte.
Il suo amico Ettore Serra convinse Ungaretti a farsi consegnare i foglietti dove annotava questi suoi pensieri e nel 1916 ne fece stampare 80 copie intitolate “IL PORTO SEPOLTO”.
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