<<Nessuno, mamma, ha mai sofferto tanto…>>

E il volto già scomparso

ma gli occhi ancora vivi

dal guanciale volgeva alla finestra,

e riempivano passeri la stanza

verso le briciole dal babbo sparse

per distrarre il suo bimbo…

 

Ora potrò baciare solo in sogno le fiduciose mani…

E discorro, lavoro,

sono appena mutato, temo, fumo…

come si può ch’io regga a tanta notte?…

 

Mai, non saprete mai come m’illumina

L’ombra che mi si pone a lato, timida,

quando non spero più…

 

E t’amo, t’amo, ed è continuo schianto!

 

 

Vengono riportate le parole del bambino malato

Il suo viso era già scomparso, sofferente che guardava verso la finestra piena di passeri che

Beccavano le briciole dal padre disposte per distrarre suo figlio e accompagnarlo pian piano verso una morte serena.

 

Il bimbo è morto e il poeta trasmette il senso di perdita, e che solo in sogno potrà baciare le sue mani fiduciose nei confronti della vita. In tanto la vita va avanti il poeta si chiede come può sopportare così tanto dolore

 

Nei momenti in cui il poeta si scoraggia immagina che si ripresenti accanto l’ombra del piccolo per dargli conforto.

 

Qui il poeta esprime la sua disperazione in questa dolorosa perdita.

 

 

 

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