La memoria
Parlare di memoria non significa soltanto richiamare alla mente eventi passati e ricordi. In realtà, essa viene utilizzata in ogni momento della nostra giornata. La memoria è, infatti, la capacità di immagazzinare le informazioni che riceviamo per poi metterle in ordine in appositi spazi e recuperarle quando serve. Essa è fondamentale per l’apprendimento, cioè per cose nuove, per acquisire diverse abilità o anche per modificare il comportamento attraverso l’esperienza.
Durante la giornata, la nostra memoria è continuamente in attività, anche quando non ne siamo consapevoli. Le fasi principali sono:
- La codifica, cioè l’elaborazione delle informazioni ricevute
- L’immagazzinamento, ovvero la creazione di registrazioni permanenti delle informazioni codificate
- Il richiamo, ovvero il recupero delle informazioni immagazzinate, in risposta a qualche sollecitazione.
La memoria si può classificare in base a diversi criteri, quali la persistenza del ricordo e il tipo di informazioni memorizzate. Ne esistono inoltre diverse tipologie, che occupano differenti aree del cervello, ma sono tutte collegate, in modo da costituire una rete in grado di fornirci rapidamente le informazioni di cui abbiamo bisogno e di immagazzinare le nuove in arrivo dal mondo esterno.
Memoria a breve e lungo termine
La memoria è suddivisa in memoria a breve termine (M.B.T), ovvero quella che contiene poche informazioni per breve tempo, e in memoria a lungo termine (M.L.T.), che consente di archiviare una quantità illimitata di informazioni anche per tutta la vita. Questi sono a loro volta suddivisi in tante aree specializzate.
La memoria a breve termine è chiamata anche memoria di lavoro o “sistema operativo”. Questo tipo di memoria si divide in verbale o fonologica e in visuo-spaziale, entrambe legate alle informazioni provenienti dell’udito e dalla vista.
La memoria a lungo termine, invece, è suddivisa in memoria esplicita o dichiarativa e memoria implicita o procedurale. La prima riguarda i ricordi consapevoli, di cui siamo coscienti, e comprende a sua volta la memoria episodica, l’autobiografica, la semantica e la prospettica. La seconda si occupa dei ricordi di cui non siamo consapevoli e si divide in memoria motoria e percettiva e memoria affettiva.
Memoria verbale, visuo-spaziale, prospettica, sematica, autobiografica, episodica
La memoria verbale o fonologica, è utilizzata principalmente per ricordare le cose che ascoltiamo (o leggiamo) e che servono per un breve periodo di tempo; e per l’apprendimento del linguaggio.
Una nuova parola ascoltata può raggiungere la memoria a lungo termine solo se viene ascoltata tante volte, mentalmente oppure ad alta voce. Questo processo è chiamato “ripasso articolato” e permette il formarsi di una traccia permanente e l’apprendimento di una nuova lingua. Il ripasso articolato seve anche per ricordare delle cose per breve tempo.
La memoria visuo-spaziale, serve per tenere a mente le immagini nel periodo di tempo necessario per utilizzarle o elaborarle.
La memoria prospettica è strettamente collegata all’attenzione rivolta alle azioni da compiere in futuro, e quindi non è legata a oggetti immediati.
Nella memoria semantica sono presenti tutte le conoscenze. Essa comprende anche informazioni non strettamente verbali. Il momento di maggiore sviluppo di questa memoria si ha verso i 7-8 anni, periodo in cui si rafforza la capacità di concettualizzare e si sviluppa il livello di conoscenze personali.
La memoria autobiografica c’è la propria storia, è una specie di somma della memoria episodica e semantica, ma che riguarda noi stessi.
La memoria episodica è legata a episodi importanti della nostra vita, quelli che ci hanno colpito tanto da essere ricordati, a volte anche per sempre.